di Claudio Ferrucci
Illustrazione di Ilaria Salvatori
Leone IV doveva essere una commedia in versi del 840 d.C.
Scritta (ma mai terminata) dallo stesso Leone, terzo sequel dei precedenti Leone I, II e III (rimasti in versione manoscritta), vedeva come protagonista Leone stesso, futuro Papa.
L’idea nacque durante gli anni dell’escalation araba di stampo fondamentalista (i gruppi terroristi conosciuti come Saraceni). Erano anni di pressioni militari e finanziarie contro il mondo cattolico, perpetuate da quello che l’allora re d’Italia, Lotario, definì come Impero del Male.
Il testo ha come oggetto la rivalità tra Leone, prode italotedesco campione del mondo cattolico, e Imād al-Dīn Zengi, campione saraceno.
Il manoscritto regala nel finale un messaggio di pace.
Al termine della sfida, Leone si lancia in un accorato discorso in versi dove condanna l’odio tra cattolici e saraceni e addirittura punta il dito contro le antiche crociate.
Tra i passaggi memorabili che avrebbero dovuto rendere famoso questo episodio, si ricordano: gli ardui e faticosi allenamenti di Leone, messo di fronte non solo agli sforzi fisici ma anche a calamità naturali non indifferenti; la scena in cui l’eroe corre tra le macerie di un’ala del Colosseo staccatasi durante un forte terremoto; il momento in cui, a mani nude, aiuta i soccorritori durante l’incendio di Borgo (scena ritratta in un affresco diventato un vero e proprio cult per gli amanti del genere).
La serie doveva proseguire con Leone V, ma a causa della snervante pressione derivata dall’editore che pretendeva tutti e cinque gli episodi in così poco tempo, all’esiguo budget e al fatto che Leone in quello stesso periodo fu eletto, appunto, Papa, l’opera non conobbe mai epilogo nè pubblicazoine.
In ricordo di quello che avrebbe potuto essere e che non fu, venne eretta a Roma una fermata del 23.
Ah sì, secoli dopo il manoscritto originale di tutti e quattro gli episodi fu ritrovato da un tal Silvestro Stallone il quale lo donò a suo nipote, futuro attore e regista italo-statunitense che ne fu talmente ispirato da crearne un’opera minore, riadattata come serie cinematografica.
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